domenica 30 marzo 2008

TORTELLINI PROSCIUTTO, BESCIAMELLA E SEMI DI PAPAVERO

È la prima volta dopo tanti anni che rimango ferma nel mio paese per più mesi di seguito e non so quanto riuscirò a tenere a bada il mio “semino” del viaggio che continua a crescere dentro la mia testa. Fatto sta che durante questo periodo sto scoprendo luoghi e persone della mia valle che non avevo mai conosciuto prima perché l'avevo sempre vissuta da straniera, desiderando andarmene alla prima occasione. Questo mio desiderio rimane, ma almeno riesco ad apprezzare quello che sto vivendo in attesa di qualcosa che mi soddisfi appieno, anche se il mio sentirmi a casa ed allo stesso tempo straniera ovunque non ha i suoi aspetti positivi. Ho milioni di bei ricordi dei posti che ho visitato e vorrei tornarci e magari stabilirmici, ma non per sempre.. perché alla fine la propria casa rimane una e bisogna capire dove questa si trovi. Riuscirò mai a trovarla? O forse la conosco già?
È domenica mattina e non so cosa fare.. la giornata è soleggiata ma c'è foschia e la primavera continua a trasmettermi una certa sonnolenza e iperattività allo stesso tempo. Cucinare è sempre uno dei miei passatempi preferiti, ma ultimamente faccio poco anche quello, lasciando spazio alle mie sorelline che da questo punto di vista sono più costanti di me. La mia vita è talmente piena (o vuota?!) che a volte mi pare non riuscire a valorizzarla abbastanza, lasciandola correre senza freni. E mi dimentico di tutte quelle persone che hanno fatto parte della mia vita quando ero piccola, che non vedo da anni anche se non sono lontane da me fisicamente, ma che se ne stanno andando.
Ciao Pierino!





INGREDIENTI
per la pasta:


  • 2 uova intere
  • 200 g di farina

per il ripieno e per la salsa:


  • semi di papavero (circa 100g)
  • 200 g di prosciutto a cubetti
  • 50 g burro
  • 50 g farina
  • 500 ml latte
Amalgamare le uova con la farina fino ad ottenere un impasto morbido e liscio.
Dividere l'impasto in 5 parti e stenderlo con la macchina fino ad ottenere delle strisce lunghe e di spessore molto sottile.
Ritagliarle con l'attrezzo apposito, come puoi vedere nella figura, e ottenere dei quadrati.
Preparare la besciamella facendo sciogliere il burro a fuoco lento ed aggiungendo la farina ed in ultimo il latte tiepido. Lasciar cuocere a fuoco basso fino ad ottenere la consistenza desiderata (abbastanza solida) e lasciarla raffreddare.
Per preparare il ripieno aggiungere ad una parte della besciamella (lasciarne un po' per il sugo) il prosciutto a cubetti ed i semi di papavero (non tutti).
Riempire i quadrati di pasta ottenuti precedentemente con il ripieno e piegarli a metà facendo pressione sui bordi.
Cuocere in acqua salata, che abbia raggiunto il bollore, per 3 minuti e servire con la besciamella avanzata ed una spruzzatina di semi di papavero.

domenica 23 marzo 2008

TORTA DA LEVÀ DELLA NONNA SOFIA



Quest'anno Pasqua strana.. preceduta da un mese di febbraio molto mite e un marzo freddissimo. E poi non ce l'aspettavamo così presto: dobbiamo ancora digerire i panettoni di Natale!
Non poteva quindi mancare la nostra ricetta di un dolce tipicamente pasqualino nella nostra famiglia, ovvero la Torta da Levà della Nonna Sofia. Come per 'l Zelten, anche in questo caso la preparazione dell'impasto è abbastanza difficile e ci vogliono molto tempo e molta pazienza per ottenere un buon risultato. Purtroppo, come per molte delle ricette delle nostre nonne, le dosi non sono ben definite, ma si va un po' ad occhio e qui si vede la bravura del cuoco.. vabbeh, non parliamo dei disastri che abbiamo fatto prima di ottenere un risultato decente!! Speriamo che a voi vada meglio.
Buona Pasqua a tutti!




INGREDIENTI
  • 1 cubetto di lievito
  • 1 pugno di uva sultanina
  • 2 bicchieri di latte tiepido
  • circa 1 kg di farina
  • 1 bicchiere piccolo d'olio extravergine d'oliva
  • 180 g di zucchero
  • 1 pizzico di sale
  • 3 uova

Sciogliere il lievito in un bicchiere di latte tiepido. Impastarlo con la farina (q.b.) fino a quando non si ottiene una crema densa e morbida. Lasciar lievitare l'impasto al caldo per circa 2h, fino a quando non ha lievitato bene. Aggiungere altro latte (1 bicchiere) ed altra farina fino ad ottenere nuovamente un composto di consistenza omogenea. Lasciarlo lievitare per altre 2h. Sbattere a parte le uova con 180g di zucchero, 1 pizzico di sale e 1 bicchierino d'olio. Aggiungere il composto a quello lievitato ed aggiungere ancora della farina fino ad ottenere un impasto bello omogeneo (in tutto si usa circa 1 kg di farina per l'impasto della torta); aggiungere in ultimo l'uva sultanina lavata. Imburrare ed infarinare una teglia di diametro di 28/30cm circa e versare il composto. Lasciar lievitare ancora ed infornare quando l'impasto si è gonfiato ben bene. Cuocere a 150°C per 1 ora.



SPETTACOLO DIVINO

RAMANDOLO DOCG - IL RONCAT DI GIOVANNI DRI - RAMANDOLO-NIMIS-(UDINE)
www.drironcat.com
Finalmente un "dolce non troppo dolce", asciutto, che si presta ad un abbinamento con un vino dolce. I vini dolci sono infatti i più difficili da accompagnare a torte, dessert, dolci al cucchiaio (etc.) poichè le singole dolcezze si vanno a sommare e diventano stucchevoli e stancanti per il palato. Il vino scelto è un Ramandolo DOCG, Verduzzo friulano coltivato nelle colline di Ramandolo-Nimis, in provincia di Udine. Questo classico vino da dessert si contraddistingue per la presenza di tannino nell'uva che, mitigato, ritroviamo nel vino. Il tannino fruisce un leggero sapore amaro e di ruvidezza che rende più gradevole la dolcezza. Accompagnato da una buona componente acida tipica del vitigno che permette al Ramandolo di preservarsi nel tempo e prolungare oltremodo la sua freschezza.


domenica 9 marzo 2008

MUFFINS MIMOSA




Ed eccoci al giorno dopo la grande festa.. c’è chi si è divertita partecipando ad uno spogliarello di marinaretti, chi ha preferito una tranquilla serata a casa con il consorte o chi è uscita con le amiche cercando disperatamente un po’ di amore o di semplice compagnia . Per quegli orsi che invece si sono proprio dimenticati di questa festa, vi diamo la possibilità di rifarvi seguendo la ricetta di un vero galantuomo che con questo dolce è riuscito a rallegrare gli animi di ben 30 donne di un’azienda trentina, sue colleghe. A voi l’indovinello... chi sarà mai questo uomo da sposare? Beh, diciamo che anche la sua mamma sarebbe da santificare vista l’inesauribile pazienza!

INGREDIENTI per 12 MUFFINS MIMOSA
:
  • 3 uova
  • 1 vasetto di yoghurt
  • 2 vasetti di zucchero
  • 3 vasetti di farina
  • un pizzico di sale
  • 1 bustina di lievito
per la glassa:

  • 2 buste di zucchero a velo
  • 3 cucchiai di acqua
per le spumiglie (piccole meringhe):

  • 2 albumi
  • 2 cucchiai di zucchero
  • 1 pizzico di sale
  • colorante alimentare giallo per dare l'effetto mimosa
Montare le uova con lo zucchero fino a raggiungere un composto spumoso e abbastanza denso. Aggiungere poi lo yoghurt ed il sale ed amalgamare il tutto per bene. Aggiungere infine gli ultimi ingredienti. Versare il composto dei muffins nella teglia precedentemente imburrata ed infarinata o nella quale sono stati inseriti dei cestini di carta e cuocere a forno ventilato per 15 minuti a 180°C. Nel frattempo preparare le spumiglie (piccole meringhe) montando gli albumi con 2 cucchiai di zucchero, il sale ed il colorante alimentare. Quando il composto è bello soffice, con una siringa da pasticciere, ottenere dei piccoli ciuffi che andranno cotti a 90°C per 45/60 minuti. Lasciar raffreddare i muffins e successivamente tagliarli a strati ricavandone per ognuno 3 dischi. Guarnire il primo strato con della marmellata di fragole ed il secondo con della crema pasticciera. Per guarnire ricavare della glassa mescolando lo zucchero a velo con l’acqua che va stemperata e poi versata sui muffins. Attendere che la glassa aderisca bene alla superficie del muffin e poi guarnire con le spumiglie (piccole meringhe).


Con questo post partecipiamo all'evento
"International Women's Day" di Fiordisale e Zorra

sabato 8 marzo 2008

PETTO D'ANATRA AL MANGO

Con questo post partecipiamo all'evento "International Women's Day" di Fiordisale e Zorra


Siamo così, dolcemente complicate,
sempre più emozionate, delicate,
ma potrai trovarci ancora qui
nelle sere tempestose
portaci delle rose
nuove cose
e ti diremo ancora un altro "sì",
è difficile spiegare
certe giornate amare, lascia stare, tanto ci potrai trovare qui,
con le nostre notti bianche,
ma non saremo stanche neanche quando ti diremo ancora un altro "sì"

FIORELLA MANNOIA
Quello che le donne non dicono (Enrico Ruggeri/Luigi Schiavone) http://www.youtube.com/watch?v=F0SKDXFHOoo

Non mi sono mai fermata a pensare il perchè di un giorno dedicato alle donne. Ho sempre pensato che, come per altre festività (Festa della Mamma, del Papà), ci fosse lo zampino dei fioristi e del consumismo che ora si cela dietro a queste ricorrenze. Negli ultimi anni, poi, i motivi di questa festa ci sono stati quasi "imposti" dalla nostra società in continuo cambiamento: la lotta fra i sessi, la conquista da parte delle donne della loro dignità e del valore che queste hanno nella famiglia, nel posto di lavoro. Ma ieri ho scoperto che questa ricorrenza ha radici ben più profonde, anche se abbastanza confuse. Si dice che sia nata per ricordare una terribile strage che ebbe luogo a New York il 25 marzo 1911 (piccolo errore di data) e che segnò la vita di 500 donne, la maggiorparte immigrate, vittime in quel tranquillo pomeriggio di fine marzo, di un terribile incendio che vide la morte di 146 di loro, 39 delle quali italiane. Allora come oggi in molti luoghi del nostro enorme ed ingiusto mondo, le donne hanno pagato il sopruso dei loro datori di lavoro che le sfruttavano per farle lavorare 60 ore la settimana e che le chiudevano dall'esterno per evitare che si allontanassero dal posto di lavoro. E' stato un pomeriggio terribile quello quando alte si ergevano le fiamme del fuoco sui cieli di New York e molte donne sono volate, chi sole chi abbracciate ad un'amica, una sorella, da quel 9/10 piano di una fabbrica, in un Paese dove pensavano di trovare solo felicità. Ricordiamo queste donne, ricordiamo quelle che tutt'oggi vengono sfruttate, lapidate, sfigurate perchè hanno cercato di raggiungere quella piccola luce che vedevano da lontano, ricordiamoci di loro e lasciamo perdere inutili ripicche, noi che possiamo vantare una situazione tutto sommato accettabile, e uniamoci per migliorare la vita di quelle che ancora soffrono.





Questo bellissimo e gustosissimo piatto è il risultato di alcune variazioni ad una ricetta che ho trovato nel libro PASTA & OPERA di Antonio Carluccio. Libro fantastico, completo anche di CD con alcune delle migliori opere più famose. Un perfetto abbinamento in cucina, soprattutto se uno ha lasciato l'Italia da diversi anni e ne ha nostalgia solamente per l'aspetto gastronomico. L'ho comprato per caso come regalo per la mia amica tirolese-leonesa-romana Katrin, ma si è rivelato una vera sorpresa, tanto che me ne sono comprata una copia anch'io.

INGREDIENTI PER 2 PERSONE

  • 1 petto d'anatra
  • 1 mango
  • una noce di burro
  • 1 cucchiaio d'olio extravergine d'oliva
  • 1/2 bicchiere di brodo
  • 1 cucchiaio di fecola di patate
  • un cucchiaino di aceto
  • 1 pizzico di zucchero
  • sale e pepe

Passare il petto d'anatra in padella con metà della noce di burro e il cucchiaio d'olio (circa 5 minuti per parte). Dopo aver girato il petto, aggiungere il brodo e continuare la cottura a fuoco basso. Nel frattempo tagliare il mango a fettine sottili. Le parti più piccole del mango si triturano e si prepara una salsina aggiungendo l'aceto, lo zucchero e un pizzico di pepe. Quando il petto è cotto, toglierlo dalla padella e metterlo in caldo. Nella padella di cottura aggiungere il resto del burro, la salsa al mango preparata precendentemente e la fecola sciolta in un cucchiaio d'acqua. A questo punto tagliare obliquamente il petto a fette sottili e posizionarle sul piatto alternando con le fette di mango. All'ultimo versare la salsa sopra l'anatra e il mango.

domenica 2 marzo 2008

TIRAMISÙ

PRIMAVERA
Sarà un volto chiaro.

S'apriranno le strade
sui colli di pini
e di pietra....
I fiori spruzzati
di colore alle fontane
occhieggeranno come
donne divertite:
Le scale
le terrazze le rondini
canteranno nel sole.
(C. Pavese)


Ed è cominciato anche marzo.

La primavera si sta avvicinando a passi da gigante e questo periodo mi mette addosso stanchezza ed iperattività allo stesso tempo. Ci sono pomeriggi, in cui non lavoro, che non riesco a stare ferma, mentre altri mi appisolo sul divano tutta raggomitolata come un riccio e non riesco più ad uscire dal mio torpore.
Ma con la primavera si è risvegliata anche la mia voglia di cioccolato e di dolce che era, quasi, sparita dalle feste di Natale. Il tiramisù è sicuramente uno dei miei preferiti ed ho deciso di prepararne uno per questa stupenda prima domenica di marzo e dopo penso andrò a farmi una bella passeggiata.

Questa ricetta è il risultato di alcune prove e modifiche di varie ed eventuali che mi capitavano sotto mano. Come il ragù, penso che anche per questo buonissimo dolce tutto italiano ognuno abbia una ricetta diversa: c'è chi lo fa con i pavesini, chi con la crema al limoncino, chi lo preferisce quasi asciutto e chi invece ben imbevuto di caffè.
La mia è una ricetta molto semplice ed abbastanza tradizionale. Spero vi piaccia!


INGREDIENTI PER UN TIRAMISÙ PER 6 PERSONE:

  • 3 uova

  • 150 g di zucchero
  • 500 g di mascarpone
  • 2 pacchi di savoiardi (io preferisco usare i Vincenzovo)
  • caffè
  • cacao amaro in polvere per guarnire

Montare bene i tuorli con lo zucchero fino ad ottenere un composto denso e morbido. Aggiungere il mascarpone ed amalgamare bene il tutto. Aggiungere infine con delicatezza, mescolando sempre dall'alto verso il basso, gli albumi montati a neve ferma.

Preparare il caffè e versarlo in un piatto leggermente fondo (senza zucchero). I savoiardi vanno imbevuti entrambi i lati nel caffè rapidamente (altrimenti, essendo il caffè ancora caldo, si spappolerebbero). Consiglio di usare sempre caffè caldo poiché questa operazione risulta in questo modo molto più veloce e semplice.

Intervallare uno strato di savoiardi con uno di crema (risultano circa due strati di ognuno) e terminare il tutto con la crema. Mettere in frigo per almeno due ore ed al momento di servire spolverare il tiramisù con il cacao amaro.


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Con questa ricetta partecipiamo alla raccolta di Tiramisù di Mariluna (Via delle Rose)